Cose che leggo, guardo, ascolto, scrivo e aspetto #22 – Speciale Sciacallo
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Sapete quanti sono 3.024.000 secondi? Corrispondono a 50.400 minuti. Ovvero 840 ore. Cioè 35 giorni. Che sono cinque settimane. Poco più di un mese.
È quanto ci ha messo Frederick Forsyth a scrivere il suo romanzo capolavoro, Il giorno dello sciacallo, pubblicato nel 1971. Forsyth si inserisce in un filone di scrittori di spionaggio britannici con un passato nel servizio segreto per l’estero (MI6 o, meglio, Secret Intelligence Service) assieme a John le Carré e Graham Greene. È morto lunedì all’età di 86 anni. Questa puntata di Cose che è dedicata a lui.
Cose che leggo. Beh, ovviamente Il giorno dello sciacallo, libro che mi ha colpito per due aspetti in particolare: il fatto storico (l’attentato all’allora presidente francese Charles de Gaulle); il dettaglio con cui racconta il fucile del sicario, in quasi due pagine.
Sul Guardian c’è un bellissimo obituary in cui viene ricordato come un Forsyth appena trentunenne, tornato in patria dopo un periodo a seguire i conflitti in Africa, “senza lavoro, senza prospettive, senza appartamento, senza auto, senza risparmi”, alla ricerca disperata di soldi, ha “trovato il modo più assurdo di guadagnarne: scrivere un romanzo”. Come detto, in appena 35 giorni, lavorando giorno e notte.
Se cercate un libro di Forsyth senza un protagonista “cattivo”, ce n’è soltanto uno: Dossier Odessa.
Cose che guardo. Su Sky e Now c’è The Day of the Jackal, adattamento del romanzo Il giorno dello sciacallo di Forsyth. Vi ho già suggerito questa serie qualche tempo fa. A me è piaciuta molto, anche perché tocca un tema particolarmente delicato nel mondo dell’intelligence: la vita privata di chi ci lavora. E vi si ritrova anche quella quasi ossessione di Forsyth per la precisione nella descrizione dell’arma. Su qualche piattaforma di streaming dovrebbe esserci anche il film del 1973, Il giorno dello sciacallo, con Edward Fox.
Cose che ascolto. Front Row, programma della BBC, ha ospitato lo scrittore Ian Rankin per parlare dell’eredità di Forsyth.
Cose che scrivo. E qui si chiude la parte dedicata a Forsyth. La possibilità che la Cina apra una mega-ambasciata a Londra sta continuando ad alimentare il dibattito nel Regno Unito e tra il governo britannico e quelli alleati per ragioni di sicurezza. L’intelligence ucraina usa sempre più il sospetto come arma psicologica contro la Russia.
Cose che aspetto. Che venga fatta chiarezza sul caso dei colleghi giornalisti di Fanpage spiati con lo spyware Graphite di Paragon, anche perché ci sono nuovi, inquietanti sviluppi.
Cose che magari vi siete persi su Radar. Cosa unisce JFK, Musk e Cancellato: il ruolo dei privati nell’innovazione che riguarda le attività d’intelligence. La Norvegia, non l’avevi considerata: cosa ci fa Oslo tra i Five Eyes meno gli Stati Uniti che hanno sanzionato due ministri dell’ultradestra israeliana.