Il modello MI6: giovani leader, transizioni morbide e borse di studio
Metreweli sarà la prima donna e la più giovane alla guida dell’MI6. La transizione con Moore rafforza la continuità. Londra punta ancora su soft power e formazione d’élite
Questa settimana nel mondo intelligence c’è una notizia.
A 116 anni dalla sua fondazione, il Secret Intelligence Service, il servizio di spionaggio all’estero del Regno Unito, vive un momento storico con la nomina di Blaise Metreweli, 47 anni, come prima donna capo (“C”) del servizio. Antropologa di Cambridge, esperta in tecnologia e innovazione, con esperienze operative in Europa e Medio Oriente, ma anche un passaggio in MI5, è stata scelta dal governo Starmer con la sponda del direttore uscente, Sir Richard Moore, e il plauso pubblico del precedente, Sir Alex Younger (“operativa incredibilmente esperta, credibile e di successo”, ha detto alla BBC, “molto rispettata”, attenta a come “migliorare il nesso tra uomo e macchina” con “un piano” per farlo, “e credo che sappia come attuarlo”).
Una scelta interna, dunque: Metreweli ha avuto la meglio su una diplomatica, Barbara Woodward, oggi ambasciatrice a Pechino. Prenderà il timone del servizio il 1° ottobre, dopo qualche settimana di convivenza con Sir Richard, com’è tradizione nel Regno Unito per facilitare il passaggio di consegne.
Ne ho scritto un ritratto qui.
Se siete preoccupati per Sir Richard, niente paura: sarà presidente del Kennedy Memorial Trust, che tra le altre cose eroga borse di studio ai laureati britannici per studiare ad Harvard e al Massachusetts Institute of Technology. Dunque, considerate le politiche dell’amministrazione Trump sugli studenti stranieri nelle università americane, saranno tempi difficili per Sir Richard, che nella sua carriera ha studiato ad Harvard proprio grazie a una Kennedy Scholarship.
Ci sono tre aspetti da sottolineare.
Con i suoi 47 anni, Metreweli sarà il “C” più giovane nella storia di MI6. Sir Richard aveva preso le redini nel 2020 a 57 anni, dieci in più. Gli eventuali dubbi sull’età e di conseguenza sull’esperienza possono essere fugati anche dal fatto che è considerata quasi una predestinata, sostenuta fortemente dal predecessore – un forte indizio sulla capacità interna di formare talenti. E così, trascorso il mandato (tradizionalmente di cinque anni), Metreweli potrà restare al centro delle dinamiche di sicurezza nazionale e internazionale per almeno altri vent’anni, con incarichi pubblici o ruoli nel settore privato che sicuramente non mancheranno. Ciò potrà permettere di allargare nel tempo l’influenza del servizio, rafforzando relazioni con università, think‑tank, grandi aziende tecnologiche e partner esteri, e forse anche nei confronti delll’opinione pubblica, sempre più essenziale in un contesto di minacce ibride.
Il percorso di Sir Richard Moore – da borsista Kennedy a capo di MI6 e dal 1° ottobre presidente del Kennedy Memorial Trust – mostra come Londra sappia seminare esperienze di eccellenza per poi raccoglierne i frutti in posizione di leadership. Grazie alla borsa di studio a Harvard, Moore ha costruito la propria rete personale e professionale oltreoceano (tanto che si era fatto il suo nome come ambasciatore negli Stati Uniti); ora restituirà questo capitale sociale anche gestendo direttamente il flusso di nuovi talenti verso gli Stati Uniti. Così, il Regno Unito moltiplica i “punti di contatto” tra intelligence, governo, università e impresa, garantendo continuità nella formazione e nella condivisione di competenze.
Il modello britannico di “successione preparata” – con un periodo di overlap tra capo uscente e entrante – non è soltanto un rito formale, ma una best practice per trasferire conoscenze operative, rapporti diplomatici e know‑how tecnologico.
Articolo molto chiaro ed espone un sistema integrato di uno Stato che utilizza al meglio le proprie risorse umane e le esperienze accumulate e crea sinergie. Abbiamo molto da imparare.