Cose che leggo, guardo, ascolto, scrivo e aspetto #21
Rassegna settimanale di articoli, film, libri, podcast e tutto ciò che può interessare la sicurezza nazionale e l’intelligence
Cose che guardo. C’è un genere che mi appassiona molto: quello in cui ex spie, agenti o militari spiegano cosa è realistico e cosa non lo è in film e serie. Qualche settimana fa vi avevo suggerito un video, su YouTube, in cui gli Slim Dogs hanno sottoposto alcune scene Angelo Jannone, ex colonnello del ROS (Raggruppamento operativo speciale) dei Carabinieri, già infiltrato all’interno delle famiglie mafiose e dei narcotrafficanti. Era la prima puntata. È uscita la seconda.
Cose che leggo. Stesso genere: il New York Times ha guardato Mission: Impossible - The Final Reckoning con Christopher Costa, oggi direttore dell’International Spy Museum di New York e già funzionario dell’intelligence statunitense.
The Atlantic, il giornale il cui direttore è stato inserito per sbaglio in una chat Signal tra i vertici dell’amministrazione Trump che si scambiavano informazioni riservate, ha scoperto con lo stesso presidente Donald Trump sta facendo preoccupare l’intelligence perché risponde alle telefonate degli sconosciuti.
Negli anni Novanta l’intelligence britannica ha dato la caccia a una presunta talpa russa, senza mai trovarla. L’episodio viene raccontato per la prima volta da Gordon Corera, ex giornalista della BBC, nel suo nuovo libro The Spy in the Archive: How one man tried to kill the KGB. Il Times ne ha un’anticipazione.
Cose che ascolto. Lunedì il governo britannico ha presentato la Strategic Defence Review (ne ho scritto qui, con alcuni interessanti spunti del professor Alessio Patalano del King’s College London). Ne ha parlato anche Sir Alex Younger, già direttore del Secret Intelligence Service (o MI6), il servizio di spionaggio all’estero del Regno Unito, ospite di Newscast, programma della BBC. Potete ascoltarlo qui (e grazie a chi me l’ha segnalato).
Cose che scrivo. Piccola selezione di cose scritte questa settimana su Formiche: cosa dice la relazione del Copasir sul caso dello spyware Paragon usato contro attivisti e giornalisti (qui); due cinesi sono stati arrestati con l’accusa di aver contrabbandato negli Stati Uniti il Fusarium graminearum, un fungo classificato come potenziale arma di agroterrorismo (qui); Gorizia ha ospitato, per la prima volta sul suolo di un Paese aderente alla Nato, il festival “RT.Doc: Il tempo dei nostri eroi” organizzato dall’emittente russa RT, bandita dall’Unione europea a seguito dell’invasione dell’Ucraina (qui); l’operazione con cui l’intelligence ucraina ha colpito simultaneamente quattro basi russe, è stata paragonata a quelle del Mossad per creatività e audacia (qui).
Cose che aspetto. Il 24 settembre esce la quinta stagione di Slow Horses (su Apple TV+), la mia serie preferita, con un Gary Oldman eccezionale che interpreta il capo di una squadra di funzionari del controspionaggio britannico (MI5) che, a causa di alcuni errori commessi e che hanno messo fine alla loro carriera (i ronzini, appunto, slow horses), vengono spostati in un ufficio chiamato “Il pantano” (Slough House). William Burns, già direttore della Central Intelligence Agency sotto l’amministrazione Biden e figura cruciale sul dossier Ucraina, sta scrivendo le sue memorie: Diplomat Spy: A Memoir of Espionage in Revolutionary Times. Usciranno per Random House ma non si sa ancora quando. Intanto, potete recuperare le sue prime memorie, quelle della sua prima “vita”, quella in diplomazia, uscite nel 2019: The Back Channel: A Memoir of American Diplomacy and the Case for Its Renewal.
Cose che magari vi siete persi su Radar. Una campagna di intimidazione pianificata da agenti del Partito comunista cinese contro un artista a Los Angeles tra sorveglianza, minacce e ordini diretti dai “generali” a Pechino. Ne ho scritto qui.