Cose che leggo, guardo, ascolto, scrivo e aspetto #23
Rassegna settimanale di articoli, film, libri, podcast e tutto ciò che può interessare la sicurezza nazionale e l’intelligence
Cose che leggo. Sto leggendo Sotto attacco, il libro del senatore Enrico Borghi, membro del Copasir, edito da Rubbettino. Ne parleremo a Torino venerdì prossimo (27 giugno) con l’autore, la senatrice Silvia Fregolent, Luciano Violante, ex presidente della Camera e oggi presidente di Multiversity, Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione CRT, e Andrea Malaguti, direttore del quotidiano La Stampa. Appuntamento alle 18 all’Ultraspazio (in via San Francesco da Paola 17).
Ho recuperato un articolo del New York Times pubblicato nel 2019 ma ancora attualissimo alla luce degli ultimi sviluppi tra Israele e Iran. È dedicato ai tentativi statunitensi e israeliani di distruggere il nucleare iraniano. E al centro c’è, come anche oggi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Gli studiosi britannici Ged Hiscoke, Stephen Ward e Daniel Lomas hanno pubblicato un articolo su Intelligence and National Security dedicato alla fiducia pubblica verso l’intelligence nelle democrazie liberali. Una lettura che consiglio fortemente agli addetti ai lavori, ma non solo. È disponibile (gratuitamente) qui.
Cose che guardo. Su Disney+ c’è The Old Man con un eccezionale Jeff Bridges che interpreta Dan Chase, anziano ex funzionario Cia in fuga da quarant’anni (ovvero dopo alcune cose accadute durante la guerra sovietico-afgana) e disposto a tutto per salvarsi dai suoi ex datori di lavoro, dall’FBI e da sicari. È basata sull’omonimo thriller di Thomas Perry (che, confesso, non ho letto). Bella. Un thriller che è anche una riflessione sul tempo che passa e lascia il segno, come aveva raccontato a Wired Italia lo stesso Bridges tre anni fa.
“Guardo” da qualche giorno anche questo F-35, l’aereo da combattimento stealth (ovvero invisibile ai radar) di ultima generazione (la quinta).
È fermo da una settimana in Kerala, India. Era parte del gruppo da battaglia guidato dalla portaerei britannica HMS Prince of Wales impegnato in un viaggio verso l’Indo-Pacifico. Un elicottero AW101 Merlin è andato a prelevare il pilota poche ore dopo l’atterraggio di emergenza all’aeroporto di Thiruvananthapuram: ciò sembra suggerire che il ritorno del jet al gruppo potrebbe richiedere un po’ di tempo. Immagino ci sia qualche grattacapo a Londra, considerato che ogni volta che ho potuto vedere un F-35 da vicino sono stato invitato a non fotografarlo frontalmente per ragioni di sicurezza.
E non è l’unico grattacapo di sicurezza, considerato che ieri Palestine Action ha pubblicato un video di alcuni suoi attivisti che sono riusciti a entrare nella base di Brize Norton nell’Oxfordshire, la più grande della Royal Air Force, e hanno vandalizzato alcuni velivoli. Intanto, lunedì il gruppo verrà messo al bando nel Regno Unito.
Cose che ascolto. Un capolavoro: Skynews e Tortoise si sono inventati The Wargame, un podcast in cui viene simulato un attacco russo al Regno Unito con ex ministri e militari impegnati. Un vero e proprio wargame. Un progetto davvero innovativo con Ben Wallace, ex segretario alla Difesa, che interpreta il primo ministro; Amber Rudd e Jack Straw che “tornano” a fare i ministri rispettivamente dell’Interno e degli Esteri; Sir Richard Barrons è il capo di stato maggiore; la baronessa Helena Kennedy l’attorney general. A guidare la “squadra russa” c’è l’esperto militare Keir Giles.
Lo scenario inizia in modo plausibile e stranamente familiare: un grande blackout, incendi che scoppiano a Plymouth e Portsmouth, semafori fuori uso, collegamenti dei traghetti sospesi. Disguidi, ma non ancora caos. Potrebbe essere qualcosa, oppure nulla. Poi arriva il catalizzatore: una grande esplosione in una base navale. Non nel Regno Unito, ma nel Nord della Russia. Mosca, che in questo scenario sa perfettamente che è opera di terroristi del Daghestan, accusa Londra e giura vendetta. Pochi giorni dopo, due piloti britannici di F-35 vengono uccisi a Norfolk, gli attacchi informatici contro il Regno Unito aumentano vertiginosamente, i russi avviano un’esercitazione navale improvvisa. Il primo ministro convoca una riunione del comitato Cobra. Idea geniale, prodotto eccezionale. Potete ascoltarlo qui (vi lascio la puntata introduttiva).
Cose che scrivo. Questa settimana nel mondo intelligence c’è una notizia. A 116 anni dalla sua fondazione, il Secret Intelligence Service, il servizio di spionaggio all’estero del Regno Unito, vive un momento storico con la nomina di Blaise Metreweli, 47 anni, come prima donna capo (“C”) del servizio. Antropologa di Cambridge, esperta in tecnologia e innovazione, con esperienze operative in Europa e Medio Oriente, ma anche un passaggio in MI5, è stata scelta dal governo Starmer con la sponda del direttore uscente, Sir Richard Moore. Prenderà il timone del servizio il 1° ottobre, dopo qualche settimana di convivenza con Sir Richard, com’è tradizione nel Regno Unito per facilitare il passaggio di consegne. Qui il suo ritratto.
Se siete preoccupati per Sir Richard, niente paura: sarà presidente del Kennedy Memorial Trust, che tra le altre cose eroga borse di studio ai laureati britannici per studiare ad Harvard e al Massachusetts Institute of Technology. Dunque, considerate le politiche dell’amministrazione Trump, saranno tempi difficili per Sir Richard, che nella sua carriera ha studiato ad Harvard proprio grazie a una Kennedy Scholarship.
Cose che magari vi siete persi su Radar. A proposito di C, permettetemi un po’ di anglofilia. Perché? L’ho scritto qui.
Un’altra cosa: nel 1986 il Mossad rapì a Roma il tecnico Mordechai Vanunu, autore delle foto che confermarono l’arsenale atomico israeliano. Fu usato proprio a tal fine? Ne ho scritto qui.
Cose che aspetto. Come la scorsa settimana, Che venga fatta chiarezza sul caso dei colleghi giornalisti – non solo di Fanpage ma anche il direttore Roberto D’Agostino di Dagospia – spiati con lo spyware Graphite di Paragon, anche perché ci sono altri nuovi, inquietanti sviluppi.