Putin con Trump, l’arte della manipolazione KGB applicata all’Ucraina
Il presidente americano critica Zelensky e il leader russo gioca di sponda: lo loda e propone un incontro bypassando Kyiv. Sembra una pagina del manuale kappagibista
Giovedì sera Donald Trump, nella sua prima intervista da presidente degli Stati Uniti (rilasciata a Fox News) ha avvertito il leader russo Vladimir Putin che imporrà “grandi sanzioni” se Mosca non accetterà un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina. Ma non ha risparmiato critiche nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sostenendo che “non è un angelo” e “non avrebbe dovuto permettere” che la Russia invadesse l’Ucraina.
Meno di 24 ore dopo, Putin ha lodato pubblicamente Trump, dicendo che “non è solo una persona intelligente, ma anche pragmatica”, che secondo lui “non prenderà decisioni che saranno negative per l’economia americana”, che nel 2020 a Trump è stata “rubata la vittoria” (un elemento cruciale della narrazione trumpiana) e che se ciò non fosse accaduto “allora forse non ci sarebbe stata la crisi che è avvenuta in Ucraina nel 2022”. E ancora: l’unico ostacolo alle trattative è Zelensky (a Kyiv “mangiano a quattro palmenti” grazie ai miliardi di aiuti occidentali). Proprio per questo, lui è disponibile a incontrare Trump.
Mi è tornato alla mente un articolo che ho scritto qualche tempo fa per HuffPost a partire dal noto episodio di Putin, il suo grosso cane nero e l’allora cancelliere tedesca Angela Merkel che, com’è noto, ha paura dei cani. Più in generale l’articolo era su quello che il KGB chiama работа с людьми, ovvero lavorare con le persone, studiarne la psicologia per avere la meglio su di loro, per reclutarle o sfruttarle.
E mi è tornata alla mente anche un’intervista di Politico a Fiona Hill, già consigliera di Trump durante il suo primo mandato alla Casa Bianca e tra i massimi esperti al mondo di cose russe. Ecco cos’ha detto a proposito di come il passato nel KGB ha plasmato la leadership di Putin.
[U]na cosa che dobbiamo ricordare è che tutti questi uomini hanno grandi ego. Lo stesso Putin ha affermato, e lo ha detto in tutte le sue prime interviste e in un libro semi-autobiografico scritto all’inizio del suo periodo al potere, che la sua più grande abilità è lavorare con le persone. Quello che intende dire è manipolare le persone, lavorare su di loro. E l’ho visto da vicino, più e più volte. Non è che Putin stia usando informazioni compromettenti su Trump. Ciò che sfrutta davvero è la capacità delle persone di compromettersi da sole a causa del loro bisogno di adulazione, di autoconferma, di approvazione.
L’affinità di Trump con Putin si basa sul fatto che lui vede Putin come un uomo simile a sé, un altro “uomo forte”. Trump ha detto più volte che le persone che ammira di più sono proprio gli uomini forti. Detesta la debolezza e le persone che ritiene in qualche modo imperfette. Le donne rientrano in questa categoria, perché presume che siano tutte deboli. Basta guardare il linguaggio che ha usato su Kamala Harris e tutti gli altri commenti denigratori che fa. Questo è il tipo di atteggiamento su cui Putin sa come fare leva, cercando di gonfiare l’ego delle persone. Putin è un maestro. Dà sempre l’impressione che, se si siede a parlare con qualcuno, tutto si risolverà. Trump ha detto più volte: “Mi siederò con Vladimir Putin e risolverò la guerra in Ucraina in 24 ore”. Lo stesso vale per Putin che parla con [Elon] Musk. È tutto incentrato sull’idea che, se parlano tra di loro, poiché sono “pari”, i grandi uomini, allora possono risolvere tutto. È un’idea molto pericolosa pensare che le uniche persone che possano e debbano risolvere le cose in questo mondo siano un gruppo di uomini che si siedono semplicemente a parlare tra loro.
Vi darò un esempio di quanto sia straordinariamente facile per Putin manipolare le persone. A Helsinki, durante il famigerato vertice [del 2018] tra Putin e Trump, molti si concentrano su cosa potrebbe essere accaduto tra loro a porte chiuse e su ciò che è successo alla conferenza stampa, dove Trump si è affrettato a lodare Putin, definendolo più affidabile dei suoi stessi consiglieri. Ma c’è stato un pranzo prima della conferenza stampa, e lì ho visto personalmente quanto sia facile per Putin provocare Trump a dire cose terribili sui suoi connazionali. Ha istigato Trump a parlare di Joe Biden, che a quel punto non era ancora candidato alla presidenza ma probabilmente lo sarebbe stato, e anche della senatrice Elizabeth Warren e di altre figure politiche. Trump ha continuato a parlare, lanciando critiche feroci contro altri americani, suoi connazionali, davanti a una persona che davvero non si interessa dell’America e certamente non degli americani. Putin sorrideva compiaciuto. Io ero scioccata.
La risposta di Kyiv a Putin è arrivata nel giro di pochi minuti. “Putin sta cercando di promuovere l’idea dei negoziati con gli Stati Uniti. Ma ha una condizione: vuole concordare il destino dell’Europa senza l’Europa. E vuole parlare dell’Ucraina, senza l’Ucraina”, ha scritto Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino, su Telegram. “Questo non accadrà. Putin ha da tempo bisogno di tornare lui stesso alla realtà. Non è così che funziona nel mondo di oggi”.