Cose che leggo, guardo, ascolto, scrivo, dico e aspetto #1
Rassegna settimanale di articoli, film, libri, podcast e tutto ciò che può interessare la sicurezza nazionale e l’intelligence
Cose che leggo. “Reality. Lo Stato profondo e la guerra per le informazioni” di Kerry Howley (traduzione di Iuri Moscardi e Clara Ramazzotti). In Italia l’ha pubblicato NR Edizioni, la casa editrice fondata dall’amico Gianluca Di Tommaso. È un visionario, e non perché nel 2017 abbia pubblicato anche il mio primo, e unico, libro. È uno che ha un particolare fiuto per i titoli. Nel 2018 ha pubblicato “Papà, fammi una promessa” (traduzione di Francesco Costa), il memoir di Joe Biden, diventato tre anni più tardi presidente degli Stati Uniti. Chissà se la protagonista del libro di Howley, l’improbabile whistleblower Reality Winner, non venga graziata da Biden prima della fine della sua presidenza. Ho iniziato a leggerlo, vi farò sapere. Ma sappiamo che si tratta di uno dei dieci migliori libri dell’anno per il New York Times – mica pizza e fichi.
Una chicca. Ieri Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha nominato il prefetto Vittorio Rizzi come nuovo direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’organismo che coordina il lavoro delle due agenzie d’intelligence italiane (ne ho scritto qui). “Finalmente non sarò più il nipote di Vincenzo Parisi”, capo della Polizia dal 1987 al 1994, disse Rizzi in un’operazione di successo nel 2009. Parisi è uno pezzo di storia italiana, ma poco conosciuto. Stefano Sepe gli ha dedicato un interessante e agile libro che vi consiglio.
Cose che guardo. Invece, ho finito Black Doves, una mediocre serie spy/thriller disponibile su Netflix. L’ha scritta Joe Barton, quello di Giri/Haji e The Lazarus Project. Tra gli attori ci sono Keira Knightley, Ben Whishaw (già interprete di Q, l’uomo di gadget, macchine e armi nella saga James Bond) e Sarah Lancashire. Tanti i buchi narrativi e i passaggi poco realistici, a partire dalle abitudini di Helen, la protagonista interpretata da Knightley, moglie del segretario alla Difesa del Regno Unito. La serie ha, però, un merito: ci ricorda che oggi, anche in un mondo sempre più connesso, lo spionaggio è soprattutto una vicenda umana. Ciò è vero anche per quanto riguarda i servizi di investigazione privata, un mercato che ha raggiunto i 18,2 miliardi di dollari nel 2022 e si prevede crescerà con un tasso di crescita del 4,5% per raggiungere i 28,2 miliardi di dollari entro la fine del 2032, come avevo scritto su Formiche.net e detto quando ho partecipato a “Ciao Internet con Matteo Flora” dopo le vicende italiane di “dossieraggi”.
Cose che ascolto. Sto facendo un corso accelerato sulla Siria. Oltre a consigliarvi di seguire Francesco Petronella, collega che lavora all’Ispi e autorità in materia, ho ascoltato le due puntate dedicate alla caduta del regime di Bashar al-Assad all’interno del podcast “The Rest is Classified” di Gordon Corera, già security correspondent della BBC, e David McCloskey, ex analista della CIA (potete trovarle qui, sono le puntate 6 e 7).
Cose che scrivo. Vi ho già messo il link al mio articolo sulla nomina di Rizzi. Ci sono altri due articoli che ho scritto questa settimana e vi suggerisco, considerata l’attualità: uno sulla nuova strategia americana contro le detenzioni arbitrarie; uno sulla biosicurezza e la competizione tra Stati Uniti e Cina che riguarda anche l’Italia.
Cose che dico. Nei giorni scorsi sono stato ospite di Zapping, il programma condotto da Giancarlo Loquenzi su Rai Radio 1, per parlare di intelligence dopo le dimissioni di Belloni (e prima della nomina di Rizzi – qui si può riascoltare il mio intervento). Ho anche partecipato a un dibattito su FormicheTv sul caso di Cecilia Sala, la collega giornalista detenuta per tre settimane in Iran e finalmente liberata mercoledì: è precedente alla liberazione ma è comunque abbastanza attuale e se vi interessa potete recuperarlo qui.
Cose che aspetto. Mercoledì prossimo (15 gennaio), il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), ovvero l’organo di controllo parlamentare sull’operato dell’intelligence italiana, si riunisce per esaminare la proposta di Relazione sulla situazione geopolitica del continente africano e sui suoi riflessi sulla sicurezza nazionale. Se vi interessa, potete leggere il mio articolo di circa un anno fa in cui rivelavo i lavori in corso e le ragioni sottostanti.